Umberto_AllegrettiIl presente fascicolo si apre con un contributo di Mario Tronti, nuovo presidente del Centro per la riforma dello stato, del quale vogliamo sottolineare l’importanza, per il tema e per i contenuti, ai fini delle ricerche e delle discussioni condotte sulla rivista, non meno che in seno al Centro stesso.
Una parte rilevante del numero è poi dedicata, come avevamo preannunciato, ancora ai problemi della globalizzazione, già oggetto dell’ultimo numero dello scorso anno. Vogliamo infatti proseguire, ora e in futuro, un processo di analisi su come vada mutando il mondo in cui viviamo, sotto la spinta prepotente del tipo di mondializzazione a cui siamo confrontati.
Perciò alcuni dei saggi ritornano su quelle più insistite emergenze degli ultimi tempi che sono le forme della guerra e del terrorismo, su cui scrive Luigi Bonanate e al quale si aggiunge un puntuale esame di Claudio De Fiores a proposito di un corollario italiano dell’intensificazione della violenza nella globalizzazione: la vicenda delle proposte governative di riforma dei codici penali militari, sintomatica assieme a tante altre non certo solo italiane dell’ovvio ripercuotersi sui singoli ordinamenti statali, fin nei loro risvolti costituzionali, del clima di guerra permanente che si è voluto instaurare.
Altri saggi cercano di riempire alcune consapevoli lacune lasciate aperte dal numero precedente, come fa il tentativo, dovuto a chi scrive, di inquadrare natura e senso di quello che è il più nuovo agente alternativo in seno alla globalizzazione: il Movimento internazionale.
Vorremmo però particolarmente segnalare tre altri contributi sul tema.
Anzitutto quello di un importante sociologo, Boaventura de Sousa Santos, la cui autorevolezza, oltre che alla cattedra d’insegnamento in una celebre università portoghese, è dovuta in maniera speciale alla sua costante frequentazione di studi e di presenza davvero globale – dagli Stati Uniti al Bra-sile ad altre parti del mondo di «fuori». Dei suoi scritti finora troppo poco era noto in Italia, finché per merito dell’editore Città aperta sono stati pubblicati nel 2003 uno degli importanti esiti di una ricerca da lui diretta a livello mondiale – Democratizzare la democrazia. I percorsi della democrazia partecipativa – e un agile ma concettualmente impegnato libretto sul Forum sociale mondiale, in seno al quale egli è da anni una presenza prestigiosa: appunto Il Forum sociale mondiale. Verso una globalizzazione antiegemonica. Siamo particolarmente lieti che egli abbia sollecitamente aderito alla nostra richiesta di collaborazione, inviandoci un saggio di grande impegno teorico (epistemologico, egli giustamente direbbe) e insieme di inconsueto spessore linguistico, che affronta un tema fortemente coincidente con quelli che stanno da sempre a cuore a questa rivista: i fondamenti di un diritto con fun-zione, come egli la chiama, «emancipativa». E sappiamo che egli tiene in serbo per noi un seguito di analisi pratica – o meglio di «pratiche» – a questa dimensione di teoria, che pubblicheremo più avanti.
Il secondo è un penetrante saggio di una studiosa ed operatrice nel settore degli esteri, Bianca Pomeranzi, chiamata ad affrontare un’altra delle dimen-sioni della globalizzazione sacrificata dal precedente nostro numero, e che non può sfuggire all’attenzione: quella della prospettiva da cui essa viene guardata dall’altra metà del cielo; altro tema su cui anche in avvenire vorremmo tornare.
Infine, Aldo Bonomi torna per noi su una dimensione della globalizzazione della cui analisi è maestro, il rapporto decisivo locale-globale, formulando l’interessante costruzione di un nuovo modello di insediamento produttivo e sociale – la «geocomunità», come la denomina – che gli consente oltretutto di aprire un varco di speranza nella tesi diffusa di un «declino italiano».
Il fascicolo prosegue con la rubrica Ricercacontinua, su due sezioni: Il sistema Berlusconi e Europa, che riprendono tematiche estremamente attuali già esplorate nella scorsa annata della rivista. Segnaliamo in particolare la informativa di prima mano fornita da un alto funzionario della Commissione europea, Paolo Ponzano, sull’andamento della Conferenza intergovernativa per il nuovo Trattato – mentre scriviamo ancora incerta nei suoi esiti, anche se sembra si sia usciti dallo stallo dello scorso dicembre per ricadere però sotto la minaccia della rigidità inglese, aggravata ora dalla prospettiva del referendum annunciato dal primo ministro Blair –, che consente di capire i molti ingredienti d’una vicenda complicata e delicatissima a cui siamo legati da mille fili nazionali e internazionali.
Chiudono il numero altre due rubriche: Itinerari istituzionali, che torna su alcuni aspetti delle gravi riforme costituzionali e paracostituzionali perseguite dal governo; e Percorsi di lettura, dedicata ad un tema (Islam e Occidente) che incide direttamente sulla globalizzazione.

Un commento a “Ancora di globalizzazione”

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