silvio-berlusconi-brindisiCome annunciato dalla lettera agli abbonati inserita nel numero precedente, con questo fascicolo che apre l’annata 2003 Democrazia e diritto cambia di direttore e vede rinnovati il suo consiglio direttivo e il comitato scientifico.
Si tratta di un cambiamento nella continuità dell’indirizzo di fondo della rivista, quello che è stato suo proprio per tanti anni e che l’ha caratterizzata nel non breve periodo della preziosa direzione di Giuseppe Cotturri. Continuità  nell’impianto pluridisciplinare, che ha visto Democrazia e diritto in una posizione particolare tra i periodici scientifici italiani, e che risponde alla convinzione che le complesse vicende della democrazia italiana non possano essere colte in maniera minimamente adeguata senza valersi di un metodo che faccia simultaneamente riferimento all’indagine politica, giuridica, sociologica e delle altre scienze della società. I vari numeri di ciascun anno continueranno ad avere, per lo più, una impostazione monografica, legata alla scelta di un tema ritenuto di particolare significato per comprendere le questioni e le modificazioni che incessantemente cambiano il volto della nostra società; ma ospiteranno anche, come è del resto avvenuto in passato e secondo le varie rubriche, sia interventi sui problemi affrontati in precedenti numeri che altri temi. In questa prospettiva, pensiamo di mantenere con i lettori il nostro impegno di periodicità  trimestrale, che rappresenta l’occa-sione per un contatto vivo e costante con l’attualità  dei problemi.
Sicuramente grandi mutazioni ad ogni livello, nazionale, continentale, mondiale, continuano ad investire la nostra epoca e pongono sempre nuove sfide, ponendoci di fronte a un futuro di incertezza estrema. Occorre dunque che, nonostante la difficoltà  di farlo, tentiamo di attrezzarci con strumenti all’altezza della complessità  e della processualità  che contrassegnano le nostre condizioni di vita. Pertanto, il programma che pensiamo di seguire nell’anno in corso comprenderà , come del resto è avvenuto in grande misura sulla rivista nell’ultimo decennio, una ricerca sui temi della trasformazione dell’Unione europea – nella dimensione istituzionale affrontata dalla Convenzione e nella novità  del confronto tra i paesi europei e con gli Stati Uniti d’America in merito ai grandi orientamenti della vita internazionale – e su quelli più ampi della mondializzazione, con le correlazioni che questa pone tra la globalizzazione dell’economia e dei movimenti finanziari, gli sviluppi d’una tecnologia che investe ormai le radici della vita, il confronto aspro delle culture e la crescita della guerra come mezzo per risolvere – in realtà  per aggravare all’estremo – i problemi dell’umanità . Naturalmente – anche questo è nella linea della rivista – tutto ciò faremo con il proposito che le nostre analisi siano condotte in modo da aprire qualche possibilità  di trarne, nelle biforcazioni che la storia sempre presenta, indicazioni di percorso che ci consentano di contribuire ad affrontare i nostri problemi in una prospettiva più favorevole ai bisogni e agli obiettivi di crescita in capacità  e in umanità  di un mondo troppo drammatico quale quello di oggi.
Questo primo numero del 2003 non poteva non affrontare direttamente la situazione italiana, in relazione alla quale la rivista ha sempre qualificato particolarmente e qualificherà  anche in avvenire il suo impegno. Questa situazione è caratterizzata da un’acutezza di problemi che non sfugge a nessuno e che, se si legano indubbiamente all’evoluzione del contesto globale, manifestano insieme aspre particolarità . A questo riguardo, ci siamo proposti il tentativo di perlustrare gli orientamenti e gli sviluppi in corso dopo l’avvento al potere della destra nel 2001, intesi come qualcosa non di estemporaneo e di episodico né di puntuale e di circoscritto, ma di organico e di solidale in tutte le sue parti. Essi vengono per questo qui studiati sotto la prospettiva del «sistema Berlusconi», nell’idea che si debbano prendere le misure di un cambiamento che investe l’intera società  e l’intero ordinamento italiano e che deve essere indagato, quanto possibile, in tutte le sue dimensioni, anch’esse complesse e processuali.
Un tentativo per molti versi analogo è stato già  fatto in molte sedi e a partire dall’insediamento della nuova maggioranza: basti ricordare alcuni volumi ai quali vanno molti riferimenti negli articoli che seguono, dal libro Dall’Ulivo al governo Berlusconi, a cura di Gianfranco Pasquino (Il Mulino 2002) a Il governo Berlusconi, curato da Francesco Tuccari (Laterza 2002) a Attacco ai diritti, per cura di Livio Pepino (Laterza 2003). Ma, oltre il passaggio del tempo e l’accumularsi di fatti nuovi, è la stessa intricata natura dell’oggetto che spinge a proseguire la riflessione.
Per questo il nostro fascicolo è aperto da «saggi» che si sforzano di affrontare il sistema Berlusconi da punti di vista diversi – filosofico, storico, economico, sociologico, politologico, giuridico – per accerchiarne i molti versanti cercando di intrecciarli e fornendo, così, una proposta di lettura che aiuti a discuterne, anche ritornandovi sopra, lo speriamo, nei prossimi numeri. Era però anche essenziale accompagnare queste prospettive generali con alcune analisi puntuali e specifiche, e questo è l’impegno degli «interventi» della seconda parte, che concentrano l’attenzione ciascuno su una singola questione toccata dai cambiamenti di approccio della nuova maggioranza. Naturalmente ciò è stato fatto con una inevitabile selezione. Si sono perciò lasciate fuori altre questioni forse non meno rilevanti (anch’esse eventualmente da visitare in futuro), ma con l’intento di prospettare alcune almeno delle tematiche che concorrono a caratterizzare il sistema nelle sue linee più significative. E si è consapevolmente evitato di concentrare l’attenzione – senza certamente negarne l’importanza capitale – su taluni degli aspetti più gravi dell’opera di Berlusconi, che sono però anche i più noti e trattati (l’informazione, la giustizia), per rivolgere lo sguardo su altri che rischiano di essere non abbastanza dibattuti sebbene abbiano grande rilievo nel lungo periodo e concorrano a formare il disegno complessivo del sistema.
Dell’appropriatezza o meno dei risultati giudicheranno i lettori. A essi ci affidiamo per proseguire nel nostro lavoro, sollecitandoli a una rinnovata attenzione per Democrazia e diritto, nella speranza che vogliano confermare il proprio abbonamento o ritornarvi se lo hanno lasciato e che nuovi lettori possano essere acquisiti, ricordando che una rivista come la nostra vive dello stimolo, dell’interesse e dell’impegno di un pubblico che senta e viva i problemi dell’impegno civile.

Umberto Allegretti

Un commento a “Il sistema Berlusconi”

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