Umberto_AllegrettiPer le ragioni già esposte nel n. 1 del 2008, questo fascicolo esce con ritardo, tanto da doversi allineare ai nuovi e grandi eventi maturati tra la seconda parte del 2008 e la prima del 2009. Crisi economica globale – di una gravità inusitata rispetto a tutta l’epoca seguita alla seconda guerra mondiale -, cambiamento di leadership negli Usa così da render possibile una politica molto diversa da quella dell’era Bush e, anzi, della stessa epoca precedente, in Italia vittoria della coalizione di destra, più imbaldanzita anche rispetto alla legislatura 2001-2006, stallo, ancora, in Europa, del nuovo trattato istituzionale con contraccolpi sulla stessa funzionalità dell’Unione come organismo capace di una linea unitaria sui problemi sia europei che mondiali, accentuarsi di rischi per gli equilibri ecologici del pianeta: tutto questo e altro ancora richiederebbe riflessioni a tutto tondo e un coraggioso esame complessivo di una politica di sinistra. Il numero tenta un approccio di insieme domandandosi, con il saggio di Cantaro, se, come da molte parti si pensa, si sia di fronte – specialmente con i provvedimenti che nei vari paesi si impegnano direttamente sulla crisi finanziaria ed economica – a un «ritorno» dello Stato e soprattutto di quale ritorno si tratti e di quale Stato. Cantaro conclude il suo ricco discorso intorno a un argomento così problematico in termini che suggeriscono riflessioni approfondite e sono in grado di aprire una discussione feconda sugli orizzonti più generali, criticando soluzioni improprie e indicando anche una possibile linea per un’ uscita sostenibile. Accanto ad esso, il saggio di Pasquale Serra, affrontando da un punto di vista insieme teorico e pratico e in un serrato confronto con la dottrina giuridica il problema dello Stato con riferimento alle inedite frontiere della costruzione europea, avanza un’ ipotesi ricostruttiva, non priva di agganci con tesi da altri sostenute e spesso echeggiate anche in questa rivista, che consenta di coniugare unità e differenza, veicolando nel mondo il meglio del contributo europeo alla civiltà umana. A sua volta il contributo di Ciccarelli si misura con un campo semantico assai largo: ispirandosi alle tesi di Foucault e al suo concetto di «razionalità governamentale», l’autore ricostruisce il passaggio dal neoliberismo alla situazione che va maturando con la crisi come un’epoca di poteri pastorali, ossia di una biopolitica non tanto statale quanto di una democrazia e diritto n.2 2008 7 molteplicità di soggetti pubblici e privati a cui lo Stato devolve il suo potere, rispetto alla quale tuttavia il caso italiano, dominato dal berlusconismo, costituisce la singolare eccezione di, ancora, una biopolitica di Stato in divorzio dalle tendenze della società. Sulla crisi economica, i due scritti di Roberto Schiattarella e di Stefano Maschietti affrontano l’argomento delle sue origini da due angoli visuali diversi ma non contraddittori – le alterazioni intervenute nella distribuzione del reddito a danno dei ceti medi il primo, la crisi fiscale dello Stato il secondo – e profilano quindi prospettive diverse, ma se non andiamo errati non contraddittorie, di soluzione. Seguono alcuni scritti che si misurano con altri versanti della crisi generale che si sono aperti con acutezza particolare in Italia, e che possono essere visti come autentiche «ferite» alla figura che lo stato contemporaneo era venuto assumendo, in un’idea di stabilità anche per il futuro, lungo il suo itinerario novecentesco. Si tratta, in un primo caso, del problema di una laicità messa in questione anche in forme radicali, e in un secondo della questione dei diritti sociali che, a partire dal basilare diritto al lavoro, sono contraddetti dalle politiche quotidiane con attacchi ormai pericolosamente ripetuti. Sono i due saggi, rispettivamente, di Massimo Luciani e di Michele Prospero, che non esitano di fronte a giudizi rigorosi e severi. Altri scritti tentano qualche indicazione positiva per un cammino di (non facile né immediata) uscita da una situazione complessiva così preoccupante. Walter Tocci, facendo capitale non meno di una lunga riflessione che di una vivace esperienza pratica, propone prospettive esigenti per la politica della ricerca: un nodo sentito a parole da tutti come fondamentale per un’economia che si voglia capace di slancio a sostegno di un più compiuto sviluppo umano (basta pensare all’agenda di Lisbona 2000, a cui l’Italia e l’intera Europa non cessano di richiamarsi) ma assai poco affrontato, almeno da noi, in termini che possano farci uscire da una stasi, se non da un declino che, al di là della crisi attuale, come l’ha preceduta così può prolungarla. Umberto Allegretti – con uno scritto che ha tante assonanze con quanto a molte voci chiarito nelle felici giornate della Biennale della democrazia svoltesi a Torino (e aperte dalla compiuta «difesa» della democrazia costituzionale pronunciata il 22 aprile al Teatro Regio dal Presidente Napolitano) – formula un quadro d’insieme di quelle nuove frontiere della democrazia che si conviene di chiamare democrazia partecipativa (e deliberativa), che, sperimentate nell’ultimo decennio in tutto il mondo e anche in Italia, dovrebbero dare un contributo per affrontare la riconosciuta crisi della democrazia rappresentativa che regge gli Stati contemporanei e per arricchire la dinamica perenne in cui la democrazia consiste. democrazia e diritto n.2 2008 8 Infine, lo scritto di una giovane studiosa, Alessandra Algostino, dà di un caso in cui è stata tentata da noi un’esperienza di democrazia partecipativa su una «grande opera» un’analisi severa, che può far capire, per contraccolpo, quanto un franco riconoscimento di pratiche partecipative genuine potrebbe dare a decisioni politico-amministrative più adeguate e condivise. Il presente fascicolo non pretende dunque né uno sguardo a tutto tondo né men che meno un’indicazione strategica circa gli sbocchi della crisi, ma intende aprire un discorso coi lettori, che potrà, si spera, essere ripreso nei numeri successivi.

Un commento a “Presentazione de il Ritorno dello stato”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *