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Berlinguer a Pomigliano

Anticipiamo brani del saggio che chiude il libro-inchiesta sul ciclo produttivo negli stabilimenti Fiat di Pomigliano compiuta da un gruppo di giovani ricercatori del Centro per la Riforma dello Stato. Ma sopratutto un’analisi sul valore politico e simbolico dell’insubordinazione operaia in un’impresa multinazionale alla luce del tentativo di introdurre modelli di relazioni industriali che cancellano i diritti sociali e la capacità di resistenza da parte del lavoro vivo
Pubblicato il 21 Gennaio 2011
Materiali, Officine Tronti, Scritti

Una caratteristica del nostro sciatto tempo è la separazione degli ambiti: la fabbrica ai sociologi, il mercato agli economisti, le istituzioni ai politologi. Non funziona così. Non funziona nemmeno per i bisogni della conoscenza dei fenomeni: che, separati nella complessità delle loro componenti, diventano oscuri e risultano falsi. Tanto meno funziona per le necessità dell’intervento nei processi: che, spezzati, nel comportamento dei loro soggetti, diventano inagibili e risultano immodificabili. Occorre dotarsi di una visione lucida del Gesamtprozess di sistema, dove tutti gli attori in campo vengono riconosciuti nel loro spazio di movimento, con i loro interessi, e soprattutto con la forza che intendono usare per farli valere. Ecco un primo punto. Pomigliano, nella fase acuta della vicenda, quella intorno al referendum, ci ha messo davanti agli occhi la sproporzione nel rapporto di forza che si era creata tra padrone e operai. O meglio, la forzatura contenuta nel ricatto del quesito referendario, questo voleva mostrare, e il risultato della consultazione, bisogna dire, che lo ha corretto. Non certo rovesciato, ma corretto senz’altro. Se «Pomigliano non si tocca» aveva imposto un’iniziativa al management Fiat, «Pomigliano non si piega» dava una risposta al contenuto ricattatorio di quella iniziativa. La lotta paga: al contrario di quanto sostengono i sindacati collaborativi, i ministri di sua maestà e i giornali del capitalismo democratico. E paga il rifiuto operaio del lavoro individuale senza contratto collettivo.
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